Numerosi studi sono stati svolti sulle proprietà dell’aglio in numerose patologie. Negli ultimi vent’anni particolare attenzione è stata rivolta al trattamento delle malattie cardiovascolari, ed in particolare per tenere sotto controllo i fisiologici valori della pressione e migliorare la circolazione arteriosa. Le preparazioni studiate includono spicchi d’aglio crudo, compresse di polvere d’aglio, distillati d’aglio, oli macerati, ed estratti secchi invecchiati (AGE) [4].
Ipertensione, colesterolo elevato e un alto stato di ossidazione delle pareti dei vasi sono tutti fattori che concorrono all’aumento dei rischi associati alle malattie cardiovascolari. Numerosi studi hanno confermato l’abilità dell’aglio nel ridurre questi parametri. Studi preclinici e clinici dimostrano che l’aglio e alcuni suoi costituenti purificati sono in grado di inibire degli enzimi coinvolti nella sintesi del colesterolo e degli acidi grassi determinando quindi un effetto ipocolesterolemizzante [5-6]. In maniera simile, uno studio clinico riporta come, in soggetti con alti livelli di colesterolo, l’assunzione di aglio determini una riduzione dei livelli di colesterolo circolante e LDL [7].
Altri studi clinici mostrano che il consumo di aglio migliora la circolazione agendo sulla fluidità del sangue e riducendo la tendenza ad aggregarsi delle piastrine e l’ossidazione dei lipidi [8,9,10,11].
L’attività più chiara esercitata dall’aglio si osserva nel trattamento di stati di pressione alta dove svolge un ruolo normalizzante. L’utilizzo di aglio in pazienti ipertesi determina un effetto anti-ipertensivo con conseguente riduzione della pressione [12]. Gli studi su questi pazienti ipertesi mostrano come l’effetto riducente venga esercitato sia sui valori della pressione minima che sulla massima. Uno studio riporta che mediamente l’assunzione di aglio determini una riduzione di 8.4 punti di pressione massima e 7.3 punti di minima [13].
Vari studi hanno investigato in modelli in-vitro le proprietà antiossidanti dell’aglio, sempre associate ad un effetto protettivo a livello cardiovascolare. La pianta ad esempio ha mostrato la capacità di inibire l’ossidazione del colesterolo LDL da parte di superossidi e di inibire la formazione di perossidi dei lipidi [14].
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