Cardo mariano: non fare il carciofo, piantala con i problemi al fegato!

Cardo mariano: non fare il carciofo, piantala con i problemi al fegato!

Il cardo mariano (Silybum marianum) è molto più di una semplice pianta spontanea del bacino Mediterraneo: è un autentico alleato naturale del fegato. La sua imponente struttura — un fusto che supera spesso il metro e mezzo di altezza, foglie ampie e spinose — nasconde una straordinaria concentrazione di composti bioattivi.

Un tempo era raccolto come ortaggio: i suoi capolini, ancora chiusi, venivano cucinati come i carciofi nella tradizione popolare, soprattutto nelle campagne laziali. Ancora oggi, dalle sue radici si producono liquori artigianali. Ma il suo valore più prezioso non si trova in cucina, bensì in ambito terapeutico.

I frutti del cardo mariano contengono una miscela unica di flavonolignani, nota come silimarina, una sostanza con potenti proprietà epatoprotettive, antiossidanti, antinfiammatorie e antifibrotiche. La scienza moderna ha confermato che la silimarina agisce proteggendo le cellule epatiche dallo stress ossidativo, stimolando la sintesi proteica e favorendo la rigenerazione del tessuto epatico.

Studi clinici e preclinici indicano che la silimarina può essere utile nella gestione di condizioni come:

  • Steatosi epatica non alcolica (NAFLD)
  • Epatite virale (B e C)
  • Cirrosi epatica
  • Danni epatici da farmaci o tossine (es. chemioterapici, alcol)

Inoltre, la sua azione come modulatore della risposta infiammatoria sistemica la rende interessante anche in ambito metabolico e digestivo.

Se sei alla ricerca di un supporto naturale per la salute del fegato, il cardo mariano può rappresentare una risorsa preziosa. Non si tratta di una semplice erba: è un fitocomplesso funzionale, validato da decenni di ricerca scientifica e da secoli di uso tradizionale.

Cardo mariano: natura, scienza e benessere in un’unica pianta

A livello terapeutico, i veri protagonisti del cardo mariano sono i suoi frutti: contengono un fitocomplesso altamente attivo noto come silimarina. Questa miscela di flavonolignani rappresenta il principio attivo più studiato e potente nel trattamento delle patologie epatiche croniche, come la cirrosi, l’epatite C, la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e le forme di danno epatico indotto da farmaci o da abuso di alcol.

Da secoli la medicina popolare riconosce al cardo mariano un ruolo epatoprotettivo. Oggi, numerose ricerche scientifiche internazionali hanno confermato l’efficacia della silimarina nel:

  • Inibire la perossidazione lipidica, proteggendo le membrane cellulari del fegato
  • Regolare la permeabilità cellulare e contrastare la penetrazione di tossine
  • Bloccare la produzione di metaboliti tossici derivanti da xenobiotici (alcol, farmaci, pesticidi)
  • Favorire la rigenerazione epatocitaria grazie alla stimolazione della sintesi proteica

Oltre alla silimarina, il frutto del cardo mariano contiene steroli vegetali ad azione ipocolesterolemizzante, flavonoidi antiossidanti (silibina, silidianina), proteine di alta qualità, e acidi grassi essenziali come l’acido oleico e il linolenico, noti per i loro effetti antinfiammatori e di supporto al metabolismo lipidico.

Come assumere il cardo mariano in modo efficace

Per ottenere benefici reali e misurabili, si consiglia l’assunzione di estratto secco titolato, standardizzato in silimarina, disponibile in capsule o compresse. Gli integratori naturali</str

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