Demineralizzazione ossea, Osteoporosi: sintomi e cure

Demineralizzazione ossea, Osteoporosi: sintomi e cure

Introduzione
Il più grande luogo comune da sfatare sull’osteoporosi è che questo problema riguardi solo le persone anziane, in primis le donne in menopausa. Statisticamente è innegabile, a dire il vero, che questi siano i soggetti più a rischio. Tuttavia è bene tenere a mente che ci sono altri fattori di rischio osteoporosi non legati all’età o al sesso (1) in senso stretto. Tra questi segnaliamo in particolare:

  • Un Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC) basso;
  • Vita sedentaria; Abuso di fumo o alcol;
  • Predisposizione familiare (l’osteoporosi ha anche una componente genetica);
  • Carenza di estrogeni (soprattutto dopo la menopausa). 

Cos'è l'oteoporosi e quali sono i sintomi

Aldilà dei meri dati statistici quindi nessuno può ritenersi del tutto immune dal rischio di osteoporosi e diagnosticare il problema per tempo è di estrema utilità per cercare di evitare conseguenze gravi e perfino mortali in caso di frattura.

Sintomi. L’osteoporosi si caratterizza infatti per la perdita di tessuto osseo ma può essere di per sé asintomatica e non dolorosa fino a che non si verifica l’evento traumatico dovuto ad esempio ad un incidente o ad una caduta. In questi casi il recupero può essere problematico, difficile e doloroso.

Demineralizzazione ossea, cos'è

La demineralizzazione ossea rappresenta un processo patologico che coinvolge la riduzione dei sali minerali all'interno delle ossa, portando a un impoverimento significativo di minerali essenziali.

Questa condizione patologica è di particolare rilevanza nel contesto della salute ossea e può avere conseguenze significative sulla struttura e sulla resistenza dell'osso. Il processo di demineralizzazione coinvolge la perdita di minerali chiave, tra cui calcio e fosforo, che sono fondamentali per mantenere la densità e la robustezza delle ossa.

Questa riduzione dei sali minerali può derivare da diverse cause, tra cui carenze nutrizionali, malattie metaboliche o disturbi ormonali.
Le ossa, in condizioni normali, sono costituite da una matrice organica e da minerali che conferiscono loro forza e resistenza. Tuttavia, quando si verifica la demineralizzazione, la matrice organica diventa più suscettibile a danni e l'osso nel complesso perde la sua integrità strutturale. Questo rende le ossa più fragili e soggette a fratture, aumentando il rischio di osteoporosi e altre condizioni correlate.

L'impoverimento di minerali nelle ossa è spesso associato a sintomi quali dolori ossei, deformità e una maggiore vulnerabilità agli infortuni. È cruciale comprendere che la demineralizzazione ossea può manifestarsi in diverse fasce di età, anche se è più comune nelle persone anziane a causa del naturale processo di invecchiamento e delle variazioni ormonali legate alla menopausa nelle donne.

Affrontare questa demineralizzazione richiede un approccio completo che coinvolga interventi nutrizionali, stili di vita sani e, in alcuni casi, terapie  mirate. L'assunzione adeguata di calcio e vitamina D, insieme a una regolare attività fisica, può contribuire a preservare la densità minerale e a prevenire la perdita eccessiva di minerali.

Donna+ per la menopausa e l'osteoporosi

Farmaci contro l’osteoporosi

In genere il trattamento medico dell’osteoporosi prevede molto spesso il ricorso a bifosfonati: questi ultimi infatti aumentano la densità minerale ossea e riducono il rischio di fratture. Tuttavia gli studi sulle controindicazioni invitano ad essere prudenti nelle dosi ed evitare trattamenti prolungati nel tempo.

Discorso analogo possiamo fare anche per le cure a base di estrogeni, che si erano dimostrate valide soprattutto per le donne in menopausa: alcuni studi infatti hanno evidenziato un possibile collegamento col rischio di infarto o di tumore al seno. L’atteggiamento dei medici rispetto a questa cura è quindi diventato più cauto nel tempo.

Per questo motivo la ricerca ha teso negli ultimi anni a sostituire gli estrogeni con il raloxifene, un analogo del tamoxifene con attività estrogenica del genere agonista/antagonista ma senza incidenza provata sul rischio di tumore alla mammella (tuttavia resta qualche dubbio da approfondire sulla connessione con gli infarti). Appare chiaro da quanto appena detto che la cura perfetta per l’osteoporosi non esiste ancora. Ma dall’osteoporosi si può guarire?

Rimedi naturali e stile di vita

Proprio perché, come visto sopra, nessuno può dirsi esente a priori dal rischio di osteoporosi e, al tempo stesso, tutti i trattamenti medici noti hanno delle potenziali conseguenze e quindi vanno seguiti con cautela, il primo step fondamentale è la prevenzione.

Per questo è importante rafforzare le ossa con esercizi mirati di sollevamento pesi (mai improvvisare ovviamente, sempre affidarsi ad un personal trainer per una scheda tecnica personalizzata in palestra da seguire secondo indicazioni). Anche camminare aiuta a rafforzare le ossa anche se sicuramente gli esercizi localizzati hanno effetti più diretti ed immediati.

Mantenere livelli adeguati di calcio e vitamina D è altrettanto importante. E’ bene pensarci per tempo: il maggior rafforzamento delle ossa infatti avviene durante l’adolescenza, con picco intorno ai 20 anni. Integrare il calcio quindi diventa sempre più difficile con il passare dell’età, come hanno dimostrato alcune ricerche che hanno coinvolto donne già entrate in menopausa (2).

La vitamina D viene prodotta in modo naturale dalla pelle dopo l’esposizione al sole: tuttavia questo processo viene meno con l’avanzare dell’età. Le persone oltre i 65 anni hanno bisogno di una quantità di vitamina D pari al doppio o al triplo dei livelli normali proprio perché il corpo ne produce meno (3). La vitamina D e il calcio si possono assumere tramite l’alimentazione o mediante integratori di vitamina. Oltre alla vitamina D e al calcio, altre vitamine sono utili per contrastare il rischio di problemi di osteoporosi: magnesio in primis ma anche fluoro, manganese, rame, zinco e vitamina K. Da segnalare infine tra i rimedi naturali contro l’osteoporosi anche alcune piante con effetti simili agli estrogeni: liquirizia, isoflavoni della soia e trifoglio rosso per esempio. Alcune di queste piante danno sollievo anche contro altri sintomi della menopausa quali vampate.

Conclusioni

Abbiamo visto dunque che l’osteoporosi va prevenuta fin dall’infanzia e l’adolescenza seguendo una dieta ricca di calcio e vitamine e facendo sport in modo da rafforzare le ossa nella fascia di età in cui questo è funzionale.

Trattandosi di un problema spesso asintomatico ma che tende a peggiorare con l’avanzare dell’età, è bene sottoporsi a partire dai 50 anni circa, a screening di controllo per misurare la densità minerale ossea. Controlli che dovrebbero diventare più frequenti intorno ai 65-70 anni, soprattutto per le donne ma non solamente.


Bibliografia
1 Zizic TM. Pharmacologic prevention of osteoporotic fractures. Am Fam Physician 2004;70:1293-300;

2 Heaney RP. Calcium, dairy products and osteoporosis. J Am Coll Nutr 2000;19:83S-99S;

3 Food and Nutrition Board, Institute of Medicine. Dietary Reference Intakes for Calcium, Phosphorus, Magnesium, Vitamin D, and Fluoride. Washington, DC: National Academy Press, 1999. Available at: http://books.nap.edu/books/0309063507/html/index.html;


Enrico Nunziati
Collabora da anni con decine di siti web, blog e forum che trattano di erbe officinali, erboristeria, salute e benessere. Per Kos edizioni ha pubblicato Vademecum di Erboristeria, un libro pensato per essere utile, scritto con Franco Bettiol e Irene Nappini.

Le informazioni presenti in questo articolo non possono e non devono sostituire il consulto medico. Ogni indicazione o suggerimento o rimedio naturale riportato NON deve essere seguito senza consulto del proprio medico.

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